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Il teatro che non c'è #iorestoacasa

Corpi creativi - Il teatro che non c'è
Per ora
27 Marzo 2021: una "Giornata mondiale del Teatro" in cui il festeggiato è assente.

Positività e fiducia, in un periodo difficile da tutti i punti di vista, arrivano dal messaggio per la "Giornata mondiale del Teatro" che quest'anno è stato scritto da Helen Mirren - apprezzata attrice cinematografica, attiva da quattro decenni in teatro (in particolare shakespeariano), in televisione e nel cinema - .

[...] Da quando esistono sul pianeta, gli esseri umani si sono raccontati storie. La bellissima cultura del teatro vivrà finché ci saremo.
L'urgenza creativa di scrittori, designer, danzatori, cantanti, attori, musicisti, registi non sarà mai soffocata e nel prossimo futuro rifiorirà con una nuova energia e una nuova comprensione del mondo che noi tutti condividiamo. Non vedo l'ora!

[2021 - Dal messaggio Internazionale di Helen Mirren]

Forse meno ottimisti dopo un anno di incertezze, certo desiderosi che si riesca a reagire e agire... nell'attesa di ciò che accadrà abbiamo realizzato alcune pillole mix:

Racconto "La riapertura"

Da una sorta di personale inquietudine e da una foto scattata circa un anno prima è nato il breve racconto "La riapertura".

Corpi creativi - Il teatro che non c'è
Il teatro che rimane.

LA RIAPERTURA di Giovanna Tauro - 2021

In un anno imprecisato di un lontano futuro si programma la grande riapertura.

Gli eventi, dopo essere stati sopiti per lungo tempo, non appena escono allo scoperto diventano sold out. Tutto ciò era stato previsto e sperato, ma ugualmente i sistemi di prenotazione sono stremati per l'alto carico di richieste.

L'espressione sold out che nel passato remoto si applicava a fatti rari e invidiabili, dopo il letargo si è evoluta a condizione comune e spesso problematica. Per quanto sotto pressione, l'efficiente infrastruttura organizzativa è pronta a scalare. È stata messa in gioco l'intera creatività collettiva per ricercare le soluzioni migliori. Dato l'enorme numero di persone fin da subito in coda, sono state triplicate le date inizialmente pianificate. E ancora servono ulteriori modi per rallentare il flusso entrante ed evitare blocchi. Le risorse ad oggi investite sono cospicue e aumentano sempre più. Ma ne vale la pena. È un esperimento da fare.

Giunge il fatidico giorno.

Tanti velluti impolverati si coordinano per far riemergere in modo sincrono un meraviglioso colore rosso vermiglio da mostrare ai bentornati spettatori. Niente è lasciato al caso: dall'abbigliamento di gusto volutamente classico alla partitura coreografica di singole onde fluttuanti e lente con cui all'unisono si apriranno a distanza. Sarà una danza composita, vivace, altamente professionale che nulla farà trapelare del lungo oblio. Cinque, sei... cinque, sei, sette, otto! Come se gli allenamenti quotidiani non fossero mai stati sospesi.

Durante l'atto unico si vedono i volti umani del pubblico modellarsi sotto le pieghe di mille colori d'espressione. La fatica e le tattiche strategiche ad alta tecnologia impiegate risultano pienamente ripagate dalla loro energia emozionale, di pochissimo inferiore ai risultati del modello predittivo. Quando i sipari si chiudono puntuali dopo le ultime note della sigla finale, lo fanno congiungendosi in un silenzio pregno, con un abbraccio frusciante quasi doloroso di felicità e sollievo.

E mentre la gente prosegue la serata di svago portando in modo ordinato nelle piazze virtuali i propri avatar tramite app... i Velluti Rossi dei sipari, visto il pieno successo, già progettano il successivo obiettivo: creare altri stimoli per l'immaginazione degli spettatori aggiungendo qualche beep musicale e qualche fonema alle voci recitanti sintetizzate delle macchine di scena. La speranza è che gli uomini pian piano tornino a ridere e si ricordino di quell'epoca in cui, non automatizzati, sapevano danzare.

Video "L'applauso che non c'è"

L'illusione di guardare, l'illusione di essere in scena... in casa, sempre in casa, dove di fatto nessun applauso risuonerà.

Mix foto/video: Il teatro che non c'è

  Produzione #iorestoacasa: mix foto e video di corpi creativi a Km 0  

"Il teatro che non c'è" (per ora)
Mix foto/video: Il teatro che non c'è

  Produzione #iorestoacasa: mix foto e video di corpi creativi a Km 0  

Racconto "La riapertura"

Da una sorta di personale inquietudine e da una foto scattata circa un anno prima è nato il breve racconto "La riapertura".

Corpi creativi - Il teatro che non c'è
Il teatro che rimane.

LA RIAPERTURA di Giovanna Tauro - 2021

In un anno imprecisato di un lontano futuro si programma la grande riapertura.

Gli eventi, dopo essere stati sopiti per lungo tempo, non appena escono allo scoperto diventano sold out. Tutto ciò era stato previsto e sperato, ma ugualmente i sistemi di prenotazione sono stremati per l'alto carico di richieste.

L'espressione sold out che nel passato remoto si applicava a fatti rari e invidiabili, dopo il letargo si è evoluta a condizione comune e spesso problematica. Per quanto sotto pressione, l'efficiente infrastruttura organizzativa è pronta a scalare. È stata messa in gioco l'intera creatività collettiva per ricercare le soluzioni migliori. Dato l'enorme numero di persone fin da subito in coda, sono state triplicate le date inizialmente pianificate. E ancora servono ulteriori modi per rallentare il flusso entrante ed evitare blocchi. Le risorse ad oggi investite sono cospicue e aumentano sempre più. Ma ne vale la pena. È un esperimento da fare.

Giunge il fatidico giorno.

Tanti velluti impolverati si coordinano per far riemergere in modo sincrono un meraviglioso colore rosso vermiglio da mostrare ai bentornati spettatori. Niente è lasciato al caso: dall'abbigliamento di gusto volutamente classico alla partitura coreografica di singole onde fluttuanti e lente con cui all'unisono si apriranno a distanza. Sarà una danza composita, vivace, altamente professionale che nulla farà trapelare del lungo oblio. Cinque, sei... cinque, sei, sette, otto! Come se gli allenamenti quotidiani non fossero mai stati sospesi.

Durante l'atto unico si vedono i volti umani del pubblico modellarsi sotto le pieghe di mille colori d'espressione. La fatica e le tattiche strategiche ad alta tecnologia impiegate risultano pienamente ripagate dalla loro energia emozionale, di pochissimo inferiore ai risultati del modello predittivo. Quando i sipari si chiudono puntuali dopo le ultime note della sigla finale, lo fanno congiungendosi in un silenzio pregno, con un abbraccio frusciante quasi doloroso di felicità e sollievo.

E mentre la gente prosegue la serata di svago portando in modo ordinato nelle piazze virtuali i propri avatar tramite app... i Velluti Rossi dei sipari, visto il pieno successo, già progettano il successivo obiettivo: creare altri stimoli per l'immaginazione degli spettatori aggiungendo qualche beep musicale e qualche fonema alle voci recitanti sintetizzate delle macchine di scena. La speranza è che gli uomini pian piano tornino a ridere e si ricordino di quell'epoca in cui, non automatizzati, sapevano danzare.